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E' molto sentito , in questo periodo di Post-Covid, nel quale si è toccato con mano la "precarietà della vita" la necessità di individuare degli strumenti giuridici che permettono ad un soggetto di dare incarico
ad altro soggetto, nel caso di incapacità, di svolgere determinate attività.
E' il "mandato in vista di futura incapacità" ammesso in altri ordinamenti confinanti al nostro, ma non in Italia.
Spesso negli studi notarili il cittadino, preoccupato della eventuale evoluzione degenerativa della sua malattia, chiede cosa possa fare oggi perché un domani, divenuto incapace, qualcuno di sua fiducia possa amministrare e/o gestire il suo patrimonio, piccolo o grande che sia.
Oggi il nostro ordinamento prevede diverse forme di protezione del soggetto incapace a seconda della gravità dell'infermità.
La forma più invasiva è la tutela in quanto c'è un soggetto, il tutore, che rappresenta l'interdetto e amministra il suo patrimonio (previa autorizzazione del Giudice tutelare) e lo sostituisce in toto in ogni
attività gestionale.
Altra forma di protezione è la curatela nella quale l'incapace (inabilitato) é solo in parte coinvolto nella amministrazione dei beni (ordinaria amministrazione).
Esiste la forma più diffusa che è l'amministrazione di sostegno nella quale a seconda della graduazione dell'incapacità anche temporanea, i poteri dell'amministratore di sostegno variano da un minimo fino ad arrivare alla sostituzione in toto del soggetto incapace.
Tutto il sistema degli istituti di protezione degli incapaci oggi dovrebbe essere rivisto e riformato, semplificando le procedure e adeguandole alle esigenze di oggi.
Ci si chiede però, se un soggetto oggi perfettamente capace e in grado di effettuare delle scelte consapevoli, possa mediante un atto notarile chiamato "mandato in vista di futura incapacità" nominare una persona di sua fiducia e dargli precise indicazioni/istruzioni sia sulla gestione e amministrazione dei beni, sia su questioni di natura personale come ad esempio sui trattamenti sanitari, per il caso in cui in futuro diventerà incapace.
Oggi quella persona (mandante) del tutto capace e consapevole può determinare le regole di comportamento di un soggetto ( mandatario ) al verificarsi di determinati eventi, allo stesso modo come lo farebbe il giudice nel caso in cui, divenuto incapace, fosse chiamato a determinarsi nel merito?
Il primo ostacolo sta nel fatto che una volta divenuto incapace il mandante, quel mandato non può più essere revocato e il mandatario non può più essere sostituito qualora venga meno la fiducia nei suoi
confronti.
Fin tanto che il mandante è nella sua piena capacità di intendere e volere, la revoca del mandato e la sostituzione del mandatario sono sempre possibili. Dopo no.
Un rimedio potrebbe essere quello di nominare più mandatari prevedendo che per determinati atti o questioni sia necessario l'intervento di tutti i mandatari.
Questo comporta che le decisioni vengano assunte sempre con l'accordo di tutti i soggetti delegati, cosa non sempre facile da raggiungere.
Oppure, si può prevedere la "vigilanza" o il "controllo" di un altro soggetto sull'operato del mandatario per gli atti più importanti.
La questione è sicuramente molto delicata e la scelta degli strumenti giuridici da utilizzare deve tener conto da un lato del fatto che il mandante, divenuto incapace, non è più in grado di esprimersi e di
manifestare la propria volontà in merito, e dall'altro che occorre individuare delle forme di controllo sull'operato del mandatario da parte di un soggetto terzo ed imparziale in modo che la decisione da adottarsi sia la più rispondente all'interesse esclusivo del soggetto divenuto incapace, decisione che deve intervenire in tempi ragionevoli , spesso ristretti, tenuto conto della velocità con cui si evolvono le situazioni che richiedono decisioni rapide e competenti.
Sotto quest'ultimo aspetto e cioè della competenza del soggetto mandatario, la nuova normativa dovrà prevedere la possibilità del mandatario di avvalersi di più consulenti per la gestione del patrimonio
dell'ncapace spesso costituito non solo da immobili, ma da strumenti finanziari vari che richiedono conoscenze specifiche e professionali.