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Associazioni culturali nel nuovo regime fiscale: una scelta che riguarda in totale ben 23mila organizzazioni in Italia, che comprendono anche le associazioni ricreative come le Pro Loco oppure quelle sportive riconosciute dal CONI. Tale riforma avviata nel 2016 è ora in fase di attuazione, e prevede un nuovo regime fiscale per le organizzazioni senza scopo di lucro.
Le associazioni culturali, quali quelle che operano nella letteratura, nel teatro, nella musica come le bande musicali e i cori, sino ad oggi erano amministrate facendo riferimento, per l'attività istituzionale, all'articolo 148 del Tuir, mentre per la parte commerciale alla legge 398 del 1991, che prevedevano diverse agevolazioni che saranno perdute a seguito dell'entrata in vigore del nuovo codice del Terzo Settore.
Per l'entrata in vigore della riforma del Terzo Settore sono ancora da compiere alcuni passaggi. La riforma infatti è ancora in attesa del consenso della Commissione Europea sui nuovi regimi forfettari di tassazione per gli enti del Terzo Settore. Inoltre, deve essere creato un Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che è previsto per i primi mesi del 2019. Tutto ciò significa che le associazioni culturali si trovano in un momento di transizione in cui potranno decidere a quale delle sette sezioni del Registro Unico iscriversi. Tale decisione dipende dalla tipologia dell'organizzazione e dall'entità delle loro entrate.
È da sottolineare che per le associazioni culturali iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore non è obbligatorio, ma quelle che decideranno di non farlo perderanno due grandi benefici. Il primo riguarda il regime fiscale agevolato previsto, e il secondo si riferisce all'attribuzione del cinque per mille dell'IRPEF. Inoltre, chi non aderirà si farà carico di un rischio da sempre esistito per le associazioni che perdevano la qualifica di ONLUS, ovvero l'obbligo di devolvere il patrimonio ad altri enti non lucrativi.
I settori di attività previsti per le organizzazioni senza scopo di lucro, in base al quadro attuale, sono undici. Per questi settori sono previste una serie di agevolazioni fiscali che riguardano le imposte dirette, l'imposta sul valore aggiunto (IVA), l'imposta di bollo e le imposte sulle successioni e sulle donazioni, che contribuiscono in modo molto cospicuo sulle disponibilità patrimoniali degli enti.
Con la riforma del Terzo Settore, ci saranno molti cambiamenti a riguardo. Infatti, in attesa dell'abrogazione del precedente regolamento, ora molte associazioni stanno valutando quale sia il regime più consono da adottare. Come anticipato, il nuovo Registro Unico del Terzo Settore prevede sette settori tra cui scegliere (contro gli undici del precedente regolamento). Le nuove organizzazioni previste saranno le seguenti:
A livello fiscale, tutti gli enti del Terzo Settore privi di caratteristiche commerciali, con particolare riguardo per le organizzazioni di volontariato e quelle di promozione sociale, potranno godere di un regime di tassazione forfettario, e di un ulteriore regime riservato all'impresa sociale.
Inoltre, quasi tutti i settori godranno di incentivi migliori per i donatori in termini di deduzioni o detrazioni fiscali, cosa che dovrebbe incentivare tali importanti fonti di entrata per le organizzazioni. Non solo: sono previste anche delle agevolazioni sulle imposte indirette e un "social bonus", ovvero un credito d'imposta per chi si offrirà di aiutare le organizzazioni al recupero degli immobili non utilizzati.
Le associazioni culturali, essendo principalmente enti senza scopo di lucro, si trovano in pieno in questa situazione, considerando anche la de-commercializzazione delle quote pagate dagli associati.
Ora, cosa ne sarà di loro? Si consideri infatti che con la riforma del Terzo Settore verrà meno la possibilità di fruire del vantaggio sulle quote associative, oltre all'esclusione dall'applicazione del regime forfettario della legge 398/91; saranno sì previsti dei benefici con il nuovo regime, ma in misura minore.
Il Notaio Mario Sartori di Grezzana, iscritto al Collegio Notarile di Verona, si occupa anche delle associazioni culturali, affiancandole nella scelta del passaggio previsto dalla riforma del Terzo Settore, Grazie all'esperienza conseguita negli anni con il suo operato nel settore degli enti senza scopo di lucro, potrà seguire le associazioni con tutti gli adempimenti legali necessari previsti dalla riforma.