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Le controversie relative alla sepoltura sono più numerose di quel che si pensa. Nell'immaginario collettivo si pensa che il luogo della sepoltura riguardi solo i re, i principi, i nobili o i personaggi famosi. In realtà è una questione che riguarda da vicino tutti.
La scelta del luogo della sepoltura riguarda il rapporto tra la volontà del defunto e la volontà dei prossimi congiunti. Sul rapporto tra le due volontà è stata chiamata a giudicare la Corte di Cassazione con l'ordinanza numero 22180 del 13 luglio 2022.
Per la Corte prevale la volontà espressa dal defunto mediante testamento (anche in caso di testamento segreto) e solo in mancanza di disposizioni testamentarie, si deve fare ricorso alla volontà espressa dai congiunti, scelti fra quelli più strettamente legati da vincoli di parentela ad iniziare dal coniuge.
Per la Cortedi Cassazione è sufficiente un mandato cosiddetto "mandato post mortem exsequendum". Il mandato è un incarico che di regola riveste la forma scritta; ma se manca la forma scritta si dovrà ricostruire la volontà del defunto con ogni mezzo, anche per testimoni.
Per i Giudici superiori le spoglie mortali possono costituire oggetto di disposizione da parte del defunto in ordine alla loro destinazione (diritto assoluto e intrasmissibile) mentre il diritto dei congiunti di provvedere alla destinazione della salma opera solo in via sussidiaria, quando cioè non risulti la volontà del defunto con prevalenza dello "ius coniugii" sullo "ius sanguinis" e di questo sullo "ius successionis".
In sostanza il diritto di scegliere il luogo di sepoltura spetta in primo luogo al defunto e successivamente ai prossimi congiunti ad iniziare dal coniuge, dai figli, dai genitori e così via.
Quel che è certo è che prevalgono i rapporti di sangue e solo in via subordinata la legittimazione spetta agli eredi.
Con l'evoluzione della nozione di famiglia in origine fondata sul matrimonio ed oggi basata su rapporti non istituzionalizzati, si assiste ad un cambiamento nei diritti del convivente more uxorio, della persona legata al defunto da un duraturo e stabile legame affettivo.
I giudici hanno riconosciuto una maggior tutela a tale convivente a scapito dei congiunti.
Del resto l'evoluzione normativa è in questo senso e si va verso un sempre maggiore riconoscimento del convivente di fatto quasi assimilato al coniuge.